Anche tu poliglotta: Come imparare le lingue straniere

http://ecx.images-amazon.com/images/I/51WUEMGsr9L._AA258_PIkin4,BottomRight,-47,22_AA280_SH20_OU29_.jpgQuesto libro raccoglie le indicazioni di grandi poliglotti ed esamina quelli che, secondo la mia esperienza di formatore e traduttore, sono i metodi più efficaci di autoapprendimento delle lingue straniere. 
Un intero capitolo è dedicato alla messa a punto di un metodo personale “perfetto” per raggiungere l’obiettivo di imparare a conversare, leggere e scrivere in quattro lingue straniere nell’arco di due anni. 
Lo studio di una lingua straniera somiglia molto allo studio di uno strumento musicale. Prendiamo il pianoforte, per esempio. È necessario avere delle conoscenze della “grammatica” della musica e dobbiamo acquisire la destrezza necessaria a muovere le dieci dita sulla tastiera, con precisione e senza sbavature. L’obiettivo è soprattutto quello di saper suonare il pianoforte non quello di conoscere la teoria musicale. La teoria è uno strumento di apprendimento, non il suo fine. 
Fino a qualche anno fa, lo studio del pianoforte iniziava con il solfeggio. Una pratica noiosissima che si protraeva per molti mesi e che era la croce di tutti i principianti. Ora, lo studio del pianoforte e di tutti gli strumenti musicali, è molto cambiato, esattamente come è cambiato lo studio delle lingue straniere. 
Il cambiamento didattico ha diminuito l’impegno per la grammatica e ha, contemporaneamente aumentato l’attenzione verso la pratica. 
Prendere consapevolezza della specificità dello studio delle lingue non è un tecnicismo accademico. È un indispensabile presupposto, un principio che deve guidare tutto il nostro impegno, fin dalla prima lezione. Dobbiamo sempre concentrarci sul progredire del nostro saper fare, cioè sulla nostra capacità di conversare, leggere e scrivere. 

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