Il senso d'appartenenza indossato con la maglia - di Omar Ravani

http://new.caffe.ch/media/2014/01/21401_3_medium.jpgUn feticcio, una mania. Un oggetto da conservare come una reliquia. Si celebra così, la maglia della squadra del cuore e il senso identitario della tifoseria. Meglio se "vintage", meglio ancora se usata, intrisa del sacro sudore dell'idolo di turno. Allora ecco che, ad esempio, la numero 10 indossata dal leggendario Pelé, giudicato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, è stata battuta da Christie's nel marzo 2002 per la cifra record di 157'750 sterline (circa 236'000 franchi). Rara. Da collezionisti, come altre numero 10. O come quelle riportate nel volumetto "Football type" di Rick Banks, un designer inglese che ha fatto uno studio addirittura  sui caratteri tipografici dei numeri di maglia. Il saggio, stampato solo in 1000 copie numerate, è andato a ruba. In Italia, invece, l'editore Codice Atlantico ha pubblicato "Le maglie dei campioni" e "Maglie della serie A", di Giorgio Welter.
Tornando ai prezzi, in Nordamerica si rasenta addirittura la follia. La maglia più cara mai venduta è quella di Paul Henderson, autore della rete decisiva in una sfida di disco su ghiaccio in 8 incontri che si svolse tra Canada e Urss nel 1972: 1,3 milioni di dollari il suo prezzo. Perché una casacca è un simbolo distintivo, un emblema di appartenenza. "I drappi, le iconografie, tutto quello che è riconducibile ad un gruppo - spiega Pippo Russo, sociologo dello sport  - ne sono la rappresentazione e il fondamento dell'identità. Ne impersonano la continuità storica, con il trasmettersi delle memorie e del senso di appartenenza ad una comunità. I colori di una casacca sono fondamentali per la storia di una società: senza di essi verrebbe a mancare un pilastro dell'identità delle società stesse".  
Alle maglie di gioco non va però assegnato un ruolo nei casi di violenza.  "La casacca - aggiunge Russo - è solo un simbolo. Sarebbe come dire che una strada uccide. Stringersi attorno ad un simbolo è un concetto positivo. Le deviazioni che si riscontrano non possono essere in nessun caso imputate alla simbologia". In Nord America nel nome della fede sportiva si verificano meno violenze. "Quella nordamericana - spiega  il sociologo - è una società più giovane, e in quanto tale non ha storicamente vissuto, ad esempio, la formazione dei Comuni e le lotte per il mantenimento del territorio. Inoltre il processo di identificazione con una squadra è differente. In Canada e negli Usa non si parla infatti di club sportivi, ma di franchigie. Gli eventuali declassamenti non sono legati ai risultati, bensì a criteri economici".
Maglie e passione, ma tra gli sportivi ticinesi c'è chi teme di vedere sparire il simbolo delle battaglie di una vita. È il caso di Stelio Mondini leader storico dei tifosi del FcLocarno  che a casa ha decine di "bianche casacche" e ricordi indelebili. "Quando vedo e tocco queste maglie - dice Mondini - sento di toccare un pezzo della mia identità. Non sono semplici pezzi di stoffa, sono il simbolo stesso della città nella quale sono nato e cresciuto. Il Locarno potrebbe sparire per essere sacrificato sull'altare del fantomatico Fc Ticino. Noi lotteremo fino all'ultimo perché questo non accada, la maglia del Fc Locarno dovrà continuare ad esistere, anche se solo nelle leghe inferiori".
Fonte: www.caffe.ch
oravani@caffe.ch
@OmarRavani

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