Lingue straniere, la nota dolente del Belpaese

http://www.quattrocolonne-online.net/quattrocolonne/wp-content/uploads/2012/01/lingue-straniere.jpgA prima vista la situazione non sembra catastrofica: il 56,9% degli italiani, secondo l’Istat, dichiara di studiare almeno una lingua straniera. Se poi si va più a fondo e si guarda al grado di conoscenza della stessa, allora le cose cambiano: solo il 7,6% degli interessati ritiene di avere un livello di competenza ottimo, a fronte dell’oltre 30% che si arrende a un grado di conoscenza sufficiente o scarso. La lingua più conosciuta è di gran lunga l’inglese (studiato dal 43% della popolazione), seguita dal francese (29%) e, in misura minore, da tedesco e spagnolo (intorno al 6%). Percentuali nazionali  decisamente lontane da quelle di altri Paesi europei, Lussemburgo, Slovacchia e Lettonia in testa, dove oltre il 95% della popolazione conosce almeno una lingua straniera.

Istituti classici e metodi alternativi – Se la scuola resta il luogo principe per studiare le lingue, spesso la carenza di strutture adeguate e di insegnanti madrelingua condanna i ragazzi a una conoscenza solo superficiale. Per questo, sempre più persone si affidano a corsi o lezioni private, più costosi certo, ma più mirati e incisivi. Anche qui a farla da padrone è l’inglese, con diversi enti accreditati sul territorio nazionale, dal classico British Institute, a scuole che adottano programmi di insegnamento particolari, come il cosiddetto “metodo Callan”. E poi ci sono gli istituti locali, come il Crocevia Linguistico di Perugia, dove si possono studiare lingue un tempo inusuali ma oggi sempre più ricercate, fra cui arabo e cinese. Quando poi si conquista un discreto livello di conoscenza, l’istinto primo è quello di attestarlo nero su bianco: tra le certificazioni più richieste per l’inglese, spiccano Esol, Ielts e Toefl, ognuno con difficoltà e criteri specifici.

Se l’italiano è una lingua straniera – Infine, non poteva mancare il rovescio della medaglia. Se gli italiani non amano molto gli altri idiomi, gli stranieri sembrano invece essere affascinati dalla lingua del Paese “dove il sì suona”. L’Università per stranieri di Perugia attrae studenti da tutto il mondo, ma nel capoluogo umbro ci sono anche realtà più piccole. Il Comitato linguistico, ad esempio, offre corsi su misura ad appassionati di italiano in visita, o a immigrati che decidono di fermarsi stabilmente nel Belpaese. Un microcosmo di integrazione e scambio culturale che passa, prima di tutto, dalla lingua.

Fonte: http://www.quattrocolonne-online.net/quattrocolonne/2012/05/lingue-straniere-la-nota-dolente-del-belpaese/

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