Piccole scimmie che imparano le vocalizzazioni dai genitori

Esemplare di Callithrix jacchus (Credit: Leszek Leszczynski/Wikimedia Commons)
Esemplare di Callithrix jacchus (Credit: Leszek Leszczynski/Wikimedia Commons)

Gli esseri umani non sono gli unici primati a imparare le prime vocalizzazioni con l'aiuto dei genitori. È la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista “Science” da Daniel Takahashi della Princeton University e colleghi che hanno documentato questa forma di apprendimento negli uistitì dai pennacchi bianchi (Callithrix jacchus), piccole scimmie del Nuovo Mondo. Si tratta di un risultato importante per rivedere molte attuali teorie sull'origine e sull'evoluzione di una capacità squisitamente umana come il linguaggio.

Lo sviluppo vocale della nostra specie è il risultato di un complesso processo a cui concorrono lo sviluppo fisico e neurobiologico del bambino e l'interazione sociale con gli adulti: già a tre mesi di età, in media i bambini passano dal pianto alle prime vocalizzazioni preverbali. La rapidità con cui avviene questo passaggio è influenzata dai feedback che il bambino riceve dal contesto sociale: le risposte dei genitori, in particolare, stimolano lo sviluppo di vocalizzazioni più mature. Al contrario, nei primati non umani, le vocalizzazioni subiscono solo lievi cambiamenti durante lo sviluppo, generalmente prodotti dalla crescita fisica. O almeno così si riteneva finora in mancanza di ricerche sperimentali approfondite sull'argomento.

Takahashi e colleghi hanno studiato lo sviluppo vocale degli uistitì registrando e analizzando le vocalizzazioni dei piccoli dalla nascita fino ai due mesi di età, sia quando erano da soli, sia quando avevano un contatto vocale, ma non visivo, con i genitori.

Dall'analisi dei dati è emerso che gli adulti emettono distintamente suoni simili a fischi, mentre i piccoli producono solo suoni immaturi, come urli e fischi che però hanno una frequenza più alta di quella degli adulti. In che modo avviene la maturazione di queste vocalizzazioni? È solo frutto della crescita fisica e neurobiologica o è l'esito di un processo di apprendimento?

Per rispondere alla domanda gli autori hanno usato una serie di misurazioni fisiologiche, tra cui quella dell'attività respiratoria: hanno così documentato che la transizione verso le vocalizzazioni più adulte è causata almeno parzialmente da una respirazione più stabile, frutto della crescita fisica. La rapidità con cui avvengono le variazioni acustiche delle vocalizzazioni tuttavia indica che la crescita non può spiegare completamente la transizione dagli urli ai fischi.

Gli autori hanno quindi confrontato i tempi della transizione dagli urli ai fischi con i tempi delle interazioni con i genitori, trovando una forte correlazione tra i due fattori. Questa correlazione quindi indica che lo sviluppo delle vocalizzazioni dipende dai feedback forniti dagli adulti.

L'esito della ricerca, scrivono i ricercatori, ribalta alcune convinzioni consolidate da decenni sulle vocalizzazioni dei primati e indica negli uistitì un modello sperimentale molto utile per chiarire i meccanismi che hanno guidato il primo sviluppo delle vocalizzazioni negli esseri umani.

Fonte: www.lescienze.it

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