Poliglotti in erba

http://blog.linguaveneta.it/wp-content/uploads/2011/02/cervello_poliglotta_img_8.jpgBizzarro. Persino un po' matto. Cosi' e' stato considerato, dalla tradizione popolare degli anni passati, chi e' bilingue. Tali giudizi sono stati rafforzati anche da quegli studi di psicolinguistica basati sulle valutazioni di immigrati. Di persone cioe' con difficolta' di inserimento sociale e con bassa scolarita' . I lavori scientifici piu' recenti, invece, sono arrivati, attraverso il confronto di soggetti monolingui e bilingui con retroterra scolastico e socioculturale simile, a risultati totalmente diversi, anzi sorprendenti. I poliglotti emergono come persone creative e duttili, dotati di grande capacita' di osservazione e di attenzione, con in piu' una memoria di ferro. E un quoziente intellettivo piu' elevato di chi sa parlare una sola lingua. Chi sa padroneggiare due lingue e due culture e' in grado di codificare l' esperienza in modi diversi. Imparare fin da piccoli che per ogni oggetto esistono due nomi aiuta a utilizzare meglio l' aspetto simbolico del linguaggio, in modo da acquisire competenze cognitive ed espressive piu' articolate. Ma si puo' diventare bilingui, pur avendo genitori che parlano soltanto l' italiano? Si' , a patto di esporre il bambino, fin da piccolo, per almeno 8 9 ore al giorno, a un codice linguistico differente. Ad esempio con una baby sitter straniera (le famose "nannies" inglesi), che abitui il piccolo a esprimersi attraverso un linguaggio diverso da quello dei genitori. O anche con una scuola internazionale, in cui le materie siano impartite da insegnanti madre lingua. In questo modo il bambino puo' crescere facendo proprio un patrimonio culturale bilingue. Interferenze. E le possibili interferenze tra una lingua e l' altra? Esistono di sicuro, ma non creano eccessivi disturbi. Se l' insegnamento della lingua straniera e' impartito in modo corretto il bambino impara presto a distinguere i due codici linguistici e il loro corretto utilizzo secondo il contesto culturale e comunicativo di riferimento. Certo, in alcuni casi, si puo' verificare un "mix" a scapito della comprensione altrui. Una sorta di "Torre di Babele", che avviene se si e' stanchi, nervosi, o semplicemente quando l' eta' avanza. Che pero' puo' essere gestita senza grossi problemi. Opportunita' . Si tratta comunque di un inconveniente ben piccolo rispetto alle enormi opportunita' che il bilinguismo offre in campo professionale, culturale e umano. Forse non e' un' esagerazione quello che si usava gia' dire nel Rinascimento: "Un uomo vale quante lingue parla". *psicologa clinica Esiste un' eta' limite entro la quale si puo' diventare con sicurezza bilingui? Quanto prima si verifica l' apprendimento, tanto piu' facile sara' parlare la seconda lingua. Ecco i risultati che si ottengono in linea di massima a seconda dell' eta' : entro i 4 anni: si sara' del tutto bilingui, al di la' delle variazioni individuali; tra i 5 e i 7 anni: buone probabilita' di apprendimento, anche se forse si notera' un accento diverso; tra gli 8 e i 13 anni: l' acquisizione della lingua sara' completa ma con difficolta' ; tra i 14 e i 18 anni: in questa fascia di eta' la qualita' dell' apprendimento dipende dalle predisposizioni personali. ( Fonte: www.corriere.it)

Piazzini Ada

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